Longobardi

LE ORIGINI

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I Longobardi erano una popolazione di stirpe germanica affine per lingua, organizzazione politica, usi e costumi ai Frisi, agli Angli ed ai Sassoni, il loro nome sembra derivi da lang bart ossia popolo dalla lunga barba, oppure da lang barte, dalla lunga alabarda, vennero citati da Tacito come popolo ricco di coraggio e valore guerriero.

Le origini dei Longobardi sono piuttosto misteriose, ma sembra ormai accertato che la loro prima dimora sia stata la Penisola Scandinava. Dalla Scandinavia essi si trasferirono lungo il fiume Elba, finchè riuscirono a penetrare nel centro Europa precisamente nella pianura ungherese, poi si sistemarono nell’attuale Germania.

In seguito arrivarono verso la Pianura Padana, dove occuparono Milano e la regione che si chiamava a quel tempo Liguria e che sarà poi denominata Longobardia. Soltanto Pavia resistette per tre anni, ma alla fine fu conquistata dal re Alboino, che fece della città la sua capitale. La dominazione longobarda si estese a buona parte della penisola con la costituzione dei due forti ducati: Spoleto e Benevento.

ORGANIZZAZIONE SOCIALE
Il popolo longobardo si rivela particolarmente vario dato che inclusero nel loro clan anche le popolazioni dei territori invasi.
Alla base della Piramide sociale c'erano i schiavi, che vivevano in condizioni di servitù, privi di libertà, erano costretti a sottostare ad un padrone e ad eseguire compiti faticosi; a livello intermedio si trovavano gli aldii, che avevano limitata libertà ma una certa autonomia in ambito economico. A capo dello stato Longobardo c'era un re guerriero, da cui dipendeva l'esercito, il potere giudiziario e amministrativo. Il re demandava ai Duchi, nominati a vita, il potere sulle terre e sulle genti ma molte proprietà restavano direttamente sotto la corona tramite dei Gastaldi, con nomine a scadenza e non a vita.
Il popolo dei longobardi era suddiviso in:

-uomini liberi
-uomini semiliberi
-uomini non liberi

Il diritto longobardo, a lungo tramandato oralmente con le Cawarfidae (norme tramandate oralmente che regolavano la vita giuridica dei Longobardi) iniziò a svilupparsi realmente a partire dal regno di Autari, per poi trovare una prima sistematizzazione con l'editto di Rotari, promulgato nel 643 dal re Rotari. L' Editto introdusse significative novità, come la limitazione della pena capitale e della faida, sostituita con risarcimenti in denaro.

RELIGIONE
Gli indizi fanno intuire che inizialmente, prima del passaggio dalla Scandinavia alla costa meridionale del Mar Baltico, i Longobardi veneravano divinità femminili, legate alla fertilità e alla terra; in seguito, a contatto con altre popolazione germaniche, adottarono il culto di dei maschili di ispirazione guerriera.

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In seguito, durante lo stanziamento tra Norico e Pannonia, si avviò il processo di conversione al Cristianesimo. L'adesione alla nuova religione fu, almeno inizialmente, spesso superficiale. Ai tempi di Vacone (intorno agli anni quaranta del VI secolo), alleato dei Bizantini cattolici, ci fu un avvicinamento al cattolicesimo; progettando la calata in Italia, scelse invece l'arianesimo, al fine di ottenere l'appoggio dei Goti ariani contro gli stessi Bizzantini.
Giunti in Italia, il processo di conversione al cattolicesimo si intensificò al punto da indurre il re Autari a vietare espressamente ai Longobardi di far battezzare con rito cattolico i propri figli. Anche in questo caso, più che mossa da interessi spirituali, la misura mirava evitare spaccature politiche tra i Longobardi e a scongiurare i pericoli di assimilazione da parte dei Romanici.
Nel 700, con la fine del regno di Cuniperto l’intero popolo divenne cattolico e i suoi successori fecero coscientemente leva sull'unità religiosa (cattolica) di Longobardi e Romanici per ribadire il loro ruolo di rex totius Italiae. All'interno del ceto guerriero, particolarmente diffusa era la devozione all'arcangelo Michele, il "guerriero di Dio", al quale furono intitolate numerose chiese.